Archivio per novembre, 2011

Primo colloquio

Ieri sera siamo andati al primo colloquio genitori insegnanti della scuola primaria.
Nei giorni scorsi abbiamo chiesto a Gaia cosa ci avrebbero detto le maestre, noi avevamo una nostra idea.
Dopo i successi di tre 10 consecutivi nelle prime verifiche della sua carriera scolastica, avevamo la conferma che a Gaia piace impegnarsi e riuscire.
Effettivamente noi e Gaia avevamo la stessa idea su quello che ci sarebbe stato detto. La sorpresa è stata che a scuola è più spigliata di quello che ci aspettassimo e che il suo disordine è nella norma.
Godiamoci questo momento, siamo ancora in prima!

Contraccezione dopo i quaranta

Anche dopo due figlie e dopo i quaranta esiste un’attività sessuale, per quanto possibile.
Ma quale contraccezione usare?
Io sto meditando per la chiusura delle tube.
Soluzione irreversibile, ma credo che, per qualche strana ragione, io stia sempre più facendo questo genere di scelte.
Soluzioni definitive, anche chirurgiche, l’ho fatto per debellare la mia obesità, lo sto meditando come sistema anticoncezionale.
D’altra parte i metodi proposti sono ormoni a palla sotto forma di compresse, cerotti o anelli, o di tipo meccanico che mi sembrano comunque complicazioni e fastidi.
Rinuncio all’idea del terzo figlio, che vorrei, ma ogni anno che passa mi allontana necessariamente dall’idea, già i 37 anni di quando ho avuto Giada mi sembravano troppi.
Ora sono a 42, 43 se restassi incinta oggi, decisamente troppi, per me, per la mia idea di maternità.
E allora ancora una volta mi faccio aiutare dalla chirurgia per risolvere un problema.

Spiegare il juke box ad una bimba di quasi 5 anni

Giada ama la musica, tutta.

Sta ascoltando l’album di Bennato “L’isola che non c’è”, e questo perchè sono le canzoni dello spettacolo su Peter Pan che fanno a Leolandia-Minitalia, che abbiamo visto ad agosto per due giorni consecutivi, grazie all’entri gratis il giorno dopo.

Dire che le è piaciuto è molto riduttivo (si accettano biglietti gratis per la nuova stagione), da lì l’amore per l’album di Bennato.

U§na delle canzoni dell’album si intitola appunto “Juke box”.

“Mamma cos’è il juke box?”

“Era una cosa dove si metteva una monetina e si ascoltavano i dischi”

Sì, ma poi bisogna spiegare cosa sono i dischi, e perchè bisognava mettere una monetina da qualche parte per poter ascoltare la musica che lei ascolta con l’iPod…

Come si fa a spiegare la cultura e gli usi di una generazione fa ad una generazione digitale?

Già 6!

Era ieri che mi accarezzavo il pancione preoccupata per i tuoi battiti.

Solo ieri aspettavo in quei pochi secondi di silenzio ingombro di attesa e pensieri di riconoscere la tua voce.

Solo ieri ti tenevo sul mio seno accarezzandoti la nuca perdendomi nel tuo profumo e pensando che mai avevo provato un amore così assoluto.

Ora parli, cammini, leggi persino, senza che quasi me ne sia accorta, forse questa sarà la tua conquista più importante; una conquista di libertà: saper leggere e scrivere, così puoi iniziare a conoscere il mondo.

E oggi hai 6 anni, li hai compiuti stanotte alle 3 e ventisette e sei anni fa nevicava.

Auguri mia piccola fatina della neve.

Ti amo mia piccola Gaia.

ABC-Stad

Arbete, Bostad, Centrum – Stad

Lavoro, Alloggio, Centro (inteso come servizi e commercio) – Città

Fatta questa scoperta mi si è aperto un mondo.
Il tendere all’utopia è sempre presente nella Svezia di oggi, ma soprattutto è sempre stato presente.
Questo concetto è diffuso sia per le nuove edificazioni sia per quelle preesistenti.
Poi tutto può essere fatto bene o male, ma direi che già negli anni ’60 in Svezia erano anni luce avanti a quanto si faceva in Italia.
In Svezia c’era questa cosa dell’ABC anche per i quartieri di palazzoni del Miljonprogrammet (un milione di nuovi alloggi in dieci anni*), in Italia negli stessi anni e per le stesse esigenze si costruivano dinosauri di cemento (la definizione non è mia) in pieno deserto di infrastrutture (anche primarie come le fognature) e deserto di servizi, robe come il Corviale a Roma, lo Zen a Palermo, le Dighe a Genova o il Gallaratese a Milano.
E’ vero anche che alla Svezia si può rinfacciare il delirio eugenetico che ha portato alla sterilizzazione di massa degli indesiderabili in anni abbastanza recenti e ben dopo gli orrori della seconda guerra.
Perchè la linea che divide utopia e distopia è molto molto sottile e spesso frastagliata, tanto che in alcuni punti tutto si mescola come su una tavolozza e non si riescono a distinguere i colori e i confini.

(*) Questa promessa del “milione di…” l’abbiamo sentita anche qui, ma là alla fine ce l’hanno fatta, qua…