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La mia prima volta di una cup (post molto al femminile)

Ho provato finalmente una cup per il mio ciclo.

Era già da un bel po’ che rimbalzavo tra un blog e l’altro per leggere esperienze e commenti e mi sono decisa, nonostante la mia poca familiarità con il mio corpo.

Mi ha convinto l’igiene che comporta, con i tamponi (interni o esterni) bisogna lavarsi venti volte al giorno per sentirsi in ordine e poi è fastidioso sempre.

Mi ha convinto la motivazione ambientale, solo un oggetto da smaltire alla fine del suo ciclo vitale che è di 10 anni e non di un paio d’ore o una notte al massimo.

Mi ha convinto il risparmio anche se richiede un investimento iniziale di una ventina di euro.

Tra le infinite proposte ho scelto Ruby Cup che oltre ai vantaggi di una cup ha un valore aggiunto. E’ un progetto di tre donne scandinave trapiantato in Kenia, aiuta concretamente la realtà femminile in cui lavora e offre alle ragazze keniote un aiuto concreto.

Mi trovo bene, funziona e mi sento meglio usando la mia Ruby Cup.

Quello che stona è che le cups sono un passaparola tra blogger e non sono pubblicizzati.

Forse perchè una cup dura 10 anni ed è più igienica di un pannolino/tampone che dura due-quattro ore?

Intervallo pubblicitario – problema capelli lunghi, anzi lunghessimi

Non amo la pubblicità e non amo far pubblicità, anche se, quando ero piccola, volevo fare grafica proprio perchè affascinata dal mondo pubblicitario.
Premessa
Io ho sempre avuto i capelli corti, alla maschietto.
Le mie piccolette hanno i capelli lunghi, da sempre, o meglio, da quando gli sono cresciuti, soprattutto Gaia che è nata con la chierica come il suo papà.
Gaia ha capelli lisci ma ribelli, nel senso che si annodano facilmente.
Giada ha capelli lisci refrattari ai nodi, ma che lei nutre regolarmente ad ogni pasto che fa anche se ha la coda e quindi sono sempre impiastricciati.
Fatti
Lavare i capelli a Gaia è sempre stata una tortura per entrambe, devo dire che ha sviluppato una notevole pazienza allo districamento (non sempre), però guai a dire “li tagliamo”, al massimo è concessa la spuntatina per far riprendere vita alle punte.
Da sempre sono quindi alla ricerca di uno shampo che lavi bene e al contempo districhi le matasse.
Ne avevo trovato uno a marchio Sma con l’improbabile nome di Krik e Krok (o simile), che più che uno shampo per bambini sembrava uno shampo per animali, per foma e colori del flacone (giallo alla vaniglia e arancione al mandarino).
Mi aveva colpito la parola “districante” riportata bene in vista sul flacone e io ero proprio alla frutta con Gaia, l’ho comprato, provato e venerato come salvatore dei bagnetti.
Funziona benissimo e se ne usa pochissimo, quindi dura davvero molto e io ho due teste da lavare.
Poi ho iniziato a lavorare a Milano e non ho più lo Sma vicino, profonda disperazione appena terminato l’ultimo flacone di scorta.
E di nuovo la pubblicità, lo shampo di Rapunzel (Garnier) per i capelli magici, ma soprattutto “scioglie i nodi”, io e Gaia ci siamo accese a sentire questa frase e abbiamo deciso di provarlo.
Funziona, funziona a meraviglia come il Krik Kroc, e anche in questo caso ne basta poco.
Scusate la pubblicità, per di più gratuita (se Garnier e Sma vogliono ricompensare questo spot post con una fornitura annuale…), ma sono problemi terreni di chi ha due teste cappellute da lavare frequentemente.

Cosa farebbero i papà delle pubblicità se avessero solo figlie femmine?

Sono a casa, ancora congiuntivite che ora è arrivata alla cornea, ho la tele accesa, faccio fatica a stare al computer e un po’ di tele mi distrae.
Pubblicità
Un papà guarda la luna con il telescopio insieme al piccolo di casa che è un maschio.
In casa la mamma e la figlia femmina più grande preparano la tavola per tutti e portano in tavola cibi che vadano bene per la linea di entrambe, il papà e il figlioletto sono maschi non hanno di questi problemi.
Che dire, mi ha un po’ nauseato questo modello di papà e figlio che fanno cose divertenti insieme mentre le mamme e le figlie preparano la tavola e si preoccupano della linea…
Decisamente meglio tenere la tv spenta.